IL BIVACCO DAVIDE SI CONFERMA META DI ALPINISTI DAL PALATO FINO
L’estate 1999 sarà certamente ricordata per gli eventi straordinari registrati, quali l’eclisse solare e l’eccezionale fioritura di funghi, ma senza dubbio non potrà essere annoverata fra quelle più calde e soleggiate. Le belle giornate baciate dal sole si sono potute infatti contare poco più che sulle dita di due mani.
Orbene, pur avendo piovuto un giorno sì e un giorno no, la gente non ha in ogni caso rinunciato alle escursioni in montagna, avendo avuto cura di mettere nello zaino qualche capo di vestiario asciutto in più (e qui mi ritornano in mente le parole di mio padre che è solito dire: “magari un panino di meno, ma mai scordare a casa la giacca a vento ” ).
Come succede da qualche anno a questa parte, le nostre montagne sono state percorse in lungo e in largo da tantissime persone, con mete le più disparate: Piz Tri, Monte Sèllero, Telènek, le Valli di Brandét e di Campovecchio, oltre al sempre più famoso Bivacco Davide, posto a quota 2645 metri al Passo del Torsoleto.
A testimoniare i passaggi al Bivacco Davide c’è un registro sul quale gli escursionisti appongono la propria firma. Scorrendone le pagine si evince che quest’anno esso è stato visitato da oltre un migliaio di appassionati. Qualcuno, forse stremato dalla fatica, è stato in grado di mettere soltanto la propria firma; altri, che avevano programmato una sosta più lunga, dopo essersi ristorati e rinfrancati con un meritato bollente tè hanno messo per iscritto i propri sentimenti, emozioni e stati d’animo, dedicando commoventi e sincere pagine all’esaltazione del panorama, ai complimenti per la realizzazione del bivacco, alla memoria di Davide e di quanti come lui ci guardano dal cielo.
Non sono mancate neppure le gite organizzate; gruppi di alpinisti provenienti da più parti d’Italia si sono immedesimati negli atleti protagonisti dell’ormai celeberrima gara estiva di skyrunning, percorrendo a spron battuto il Sentiero 4 Luglio, facendo però tappa al Bivacco Davide per la notte, avvolti dal magico rumore del silenzio che si ode da lassù.
Trascorrere una notte al bivacco è un’esperienza davvero unica che tutti dovrebbero fare: ti trovi catapultato in una dimensione fuori dal tempo, tutt’intorno ci sono le tenebre più fitte che si possano immaginare ed in alto milioni di stelle. Sembra che t’invitino ad alzare le braccia per toccarle tanto paiono vicine. Il tutto ovattato dal respiro della natura.
Come si sa, un bivacco è una struttura aperta a tutti. In origine l’idea era quella di offrire un ricovero d’emergenza per chiunque sia sorpreso impreparato dal sopraggiungere della notte o dal repentino mutare delle condizioni meteorologiche. In passato la maggior parte dei bivacchi, che ancora si trovano su alcuni itinerari, consisteva in una costruzione spartana in lamiera, priva di qualsiasi comfort ed all’interno della quale erano disposte solo alcune brande e null’altro.
Il Bivacco Davide, al contrario di questi, si distingue oltre che per la splendida e solida struttura in legno saldamente ancorata su base di cemento, anche per il razionale e funzionale allestimento dell’interno. Le sgangherate brandine sono state sostituite da letti a castello con morbidi materassini in gommapiuma e calde coperte, fornello a gas per la cottura di miracolose zuppe. Esiste impianto d’illuminazione a… candela, tavolino con sedie attorno al quale commentare l’ascesa appena conclusa e programmare al meglio la discesa da effettuare e una dispensa rifornita con viveri di prima necessità. Possiamo affermare senza tema di smentita che il Bivacco Davide è una fra le più belle strutture di emergenza costruite negli ultimi tempi.
Bello, stupendo, splendido però… Però bisogna provvedere nel migliore dei modi al mantenimento nel tempo dell’attuale stato delle cose. Può sembrare superfluo, ma si rende invece necessario ricordare ai potenziali utilizzatori alcune norme di buon senso: nei letti, per esempio, non si deve entrare con gli scarponi; è opportuno portarsi da casa una bomboletta del gas per il fornello e alcuni generi alimentari in più, al fine di rimpiazzare quelli di emergenza consumati (attualmente non c’è ancora chi periodicamente rifornisca direttamente la dispensa). Evitare atti vandalici: perché bruciare le sedie se poi ci si deve sedere per terra? La gestione del bivacco è quindi lasciata alla buona educazione delle persone; a nessuno piace la sporcizia e il disordine, ognuno quindi dovrebbe lasciarlo nelle medesime condizioni in cui avrebbe poi piacere di ritrovarlo. In sostanza non si richiedono interventi di straordinaria manutenzione quali la verniciatura delle pareti o del tetto, che sono di stretta pertinenza del CAI Santìcolo, ma tutte quelle piccole attenzioni alla portata di ognuno e dettate da un comune senso civico.Dopo queste annotazioni la conclusione che si può trarre è sintetizzata in un piccolo messaggio a sfondo ecologico ma che racchiude un importante significato: viva la montagna, rispettiamo la montagna, amiamo la montagna e… buon cammino a tutti!
Stefano Salvadori